Storia di Valenzano
UN PROFILO STORICO ED URBANISTICO DEL
COMUNE DI VALENZANO (BA)
COMUNE DI VALENZANO (BA)
Il
Comune di Valenzano si trova nell’area metropolitana barese, sull’asse
Sud-Est, dista dieci Km. dal capoluogo, a 85 m. s.m., si estende su
un’aerea di 15,76 Kmq di cui 2,5 edificati con una densità di 1000
abitanti/Kmq.
Il Comune di Valenzano si qualifica come città di servizi, in virtù degli insediamenti scientifici ad alta tecnologia esistenti (Tecnopololis www.tno.it Centro Laser, Istituto Agronomico Mediterraneo www.iamb.it ) e di quelli che si istitueranno (Parco Tecnologico C.N.R.), e si propone come terzo polo di sviluppo universitario (attualmente Facoltà di Veterinaria, capo sperimentale Facoltà di Agraria).
Valenzano, insediamento Peucezio tra il 1000 ed il 300 a.C. successivamente parte di un latifondo romano, diventa agglomerato urbano intorno agli anni 850, periodo delle invasioni saracene, quando la necessità di un luogo sicuro e nel contempo più salubre spinge alcuni baresi a spostarsi verso l’interno. La denominazione Valenzano, probabilmente deriva dal nome del proprietario romano del latifondo, Valens o Valentius. Il borgo si sviluppa intorno ad una torre di avvistamento costruita a guardia della vecchia via Ceglie - Conversano, lungo la quale si erge l’Abbazia Benedettina di Ognissanti.
Dopo l’anno 2000 la condizione di luogo più “sicuro” e “salubre” rispetto alla città rimane ancora attrattiva per numerosi baresi.
Valenzano è ancora luogo di possibile incontro per spazi disponibili e maggiori margini di vivibilità.
Il Comune di Valenzano si qualifica come città di servizi, in virtù degli insediamenti scientifici ad alta tecnologia esistenti (Tecnopololis www.tno.it Centro Laser, Istituto Agronomico Mediterraneo www.iamb.it ) e di quelli che si istitueranno (Parco Tecnologico C.N.R.), e si propone come terzo polo di sviluppo universitario (attualmente Facoltà di Veterinaria, capo sperimentale Facoltà di Agraria).
Valenzano, insediamento Peucezio tra il 1000 ed il 300 a.C. successivamente parte di un latifondo romano, diventa agglomerato urbano intorno agli anni 850, periodo delle invasioni saracene, quando la necessità di un luogo sicuro e nel contempo più salubre spinge alcuni baresi a spostarsi verso l’interno. La denominazione Valenzano, probabilmente deriva dal nome del proprietario romano del latifondo, Valens o Valentius. Il borgo si sviluppa intorno ad una torre di avvistamento costruita a guardia della vecchia via Ceglie - Conversano, lungo la quale si erge l’Abbazia Benedettina di Ognissanti.
Dopo l’anno 2000 la condizione di luogo più “sicuro” e “salubre” rispetto alla città rimane ancora attrattiva per numerosi baresi.
Valenzano è ancora luogo di possibile incontro per spazi disponibili e maggiori margini di vivibilità.
ORIGINI DI VALENZANO
Nell’anno 845, durante la scorreria dei Saraceni, un cavaliere greco dei
Saraceni, un cavaliere greco di Antiochia, residente da tempo a Bari
fuggì con altri e si nascose nell’entroterra, a circa sei miglia dalla
città , dove trovò una torre. Quando i saraceni, saccheggiando e
deprecando, andarono via, il cavaliere greco, di nome Valentino o
Valentiniano o Valenziano, rimase dove si era rifugiato. Si costruì una
comoda dimora e fece costruire capanne, stalle e case per i suoi sudditi
e nacque Valenzano.
Questo guerriero portò con sè l’immagine di Santa Maria di San Luca, che si trova tuttora conservata in una Chiesa, denominata proprio così, affidata adesso alla cura dei Frati Francescani Minori. Si pensa che questa immagine sia stata dipinta dall’evangelista Luca, che oltre ad essere stato medico, fu anche pittore. Ma tutto ciò affidato alla leggenda, non essendoci documenti in merito che ci possano testimoniare come in realtà sia nato il paese.
C’è qualche cronista, il quale dice che il nome Valenzano sia nato dall’espressione latina “quia valet insanu” o “non sanus” cioè dà “salute a chi è ammalato, non sano” data la salubrità dell’aria e la ricchezza di vegetazione.
Il borgo medioevale rimane sostanzialmente com’era con le sue piccole piazze, con le sue vie tortuose, con i suoi “iusi”, con i suoi perolati, con i suoi archi, con i suoi gradini esterni, con i suoi muri bianchi di latte di calce, con le sue “chianche” come pavimentazione stradale.
Non si sa con precisione quando è sorta Valenzano: probabilmente è stata fondata fra IX e XI secolo, nel periodo, cioè, in cui la Puglia tornò sotto la dominazione bizantina; la conseguente ripresa dei traffici con l’Oriente determinò nell’area pugliese, in particolar modo in Terra di Bari, un notevole sviluppo agricolo, demografico e urbano che vide il ripopolamento di vecchi insediamenti abbandonati e la nascita di nuovi insediamenti tra cui, probabilmente, anche Valenzano.
Sin dalla sua fondazione l’economia di Valenzano si è fondata su una agro-pastorale, affiancata dall’artigianato.
Nell’ambito delle attività agricole le coltivazioni di maggior rilievo sono sempre state quelle dell’uva, delle olive e delle mandorle.
Nella storia socio-economica di Valenzano, oltre che in quella culturale e religiosa, ha avuto una profonda incidenza la presenza dell’Abbazia di Ognissanti, comunità monastica benedettina fondata nel sec. XI che, a causa della consistenza dei propri possedimenti terrieri, per un certo periodo ha rappresentato una vera e propria azienda: l’edificio abbaziale era circondato da ettari ed ettari di terreno e i monaci benedettini, per coltivarli, si servivano di contadini valenzanesi alle proprie dipendenze.
L’Abbazia rappresentò anche un polo attrattivo per le attività commerciali, in quanto attorno ad essa si svolgeva la fiera di “Tutti i santi” il primo novembre di tutti gli anni.La decadenza dell’Abbazia cominciò nel XIII sec., quando Papa Bonifacio VIII ne cancellò l’indipendenza, facendola rientrare nell’orbita della Basilica di San Nicola di Bari.
La comunità monastica divenne più ridotta col passare del tempo fino a che viene soppressa nel XVI sec.; nel XVIII sec. L’edificio abbazizle venne abbattuto per ricavare materiale per l’edificazione del Santuario della Madonna del Pozzo di Capurso.;
Oggi rimane la Chiesa di Ognissanti, che prima faceva parte di un più ampio complesso.
Poiché i mercanti che intervenivano alla fiera di “Ogissanti” non potevano più trovare riparo nei locali dell’Abbazia, la fiera conobbe un periodo di decadenza, per poi riprendere vigore nei primi dell’Ottocento, quando un decreto di Gioacchino Murat ne deliberò il trasferimento all’interno del paese.
Le attività mercantili che si svolgevano nell’ambito di questa manifestazione subirono un notevole sviluppo, tanto che negli anni successivi all’Unità d’Italia le autorità cittadine furono costrette a cercare un nuovo e più ampio spazio per le transazioni commerciali, che fino ad allora si erano svolte nel Largo dei Frati e in Largo San Benedetto: fu in quelle circostanze che sorse l’attuale Largo Plebiscito.
Lo sviluppo sella vita civili ed economica a Valenzano è sempre stato frenato dal regime feudale, che si fece gravoso per la popolazione in particolar modo nel Seicento, quando più dei 3/5 dei beni immobili e delle terre coltivate erano nelle mani dei feudatari e del clero locale; a ciò si aggiunga che in questo secolo Valenzano fu colpita dalla peste e da ripetute carestie.
L’eliminazione del regime feudale fu raggiunta ai primi dell’Ottocento, in periodo napoleonico, quando le conquiste della Rivoluzione Francese si allargarono a tutta l’Europa.
In questo periodo iniziò ad affermarsi nella sfera politica una nuova classe borghese in ascesa, la quale aveva già raggiunto posizioni di prestigio in campo sociale ed economico.
L’affermazione politica di questo nuovo ceto emergente proseguì e si completo dopo l’Unità d’Italia: in questo periodo iniziò l’allargamento del paese oltre il centro storico; negli jusi della parte vecchia, infatti, continuavano ad abitare i contadini e gli artigiani, mentre al di fuori delle mura venivano costruite abitazioni più confortevoli e più ampie, adatte alla nuova borghesia che, in questo modo, segnalava il proprio prestigio.
Gli anni successivi all’Unità d’Italia furono caratterizzati a Valenzano dalla stagnazione della vita civile e politica, inquinata dal continuo sovrapporsi di interessi pubblici e privati, come è denunziato ripetutamente nelle relazioni dei Prefetti che si succedettero in questo periodo a Bari.
Nel Novecento il fenomeno che più ha inciso nella vita del paese è costituito, oltre che dalle due guerre mondiali, dall’emigrazione.
Il flusso migratorio si arrestò solo negli anni Settanta, a causa della riduzione delle possibilità di lavoro offerte da paesi stranieri.
Nell’ultimo trentennio a Valenzano si sono verificati dei processi che ne hanno radicalmente mutato il volto: la sua economia è sempre stata a carattere prevalentemente agro-pastorale, però, a partire dagli anni Settanta, le attività agricole sono state notevolemnte ridimensionate fino ad avere un’incidenza scarsissima nella vita del paese,mentre hanno conosciuto un fenomeno de espansione le attività terziarie, che oggi costituiscono la base della struttura economica di Valenzano.
Inoltre è cresciuto il mumero dei residenti non nativi, poiché i nuclei familari di recente formazione provenienti da Bari trovavano economicamente più conveniente venire a cercar casa a Valenzano: questo fenomeno ha provocato il passaggio dai 7.806 abitanti del 1971 ai 15.628 del 1991; come si vede, in un ventennio, la popolazione è praticamente raddoppiata.
Parallelamente a quest boom demografico, si è verificata una crescita caotica e disordinata del paese sotto il profilo urbanistico.
Un elmo del VI secolo a.C. emigra da Valenzano
Su richiesta dell'Associazione Centro Ricerche Valenzano, riguardo ad un
elmo bronzeo antichissimo proveniente da Valenzano, l'Associazione
Valenzano di Montréal è riuscita ad individuare e raccogliere notizie
importanti riguardanti questo prezioso reperto.
É esposto presso il MUSEO DELLE BELLE ARTI di Boston (mfa - Museum of Fine Arts).
Si tratta della figura n. 582 (pag.404-405) del catalogo BRONZI GRECI, ETRUSCHI & ROMANI nel Museo delle Belle Arti di Boston, scritto da Mary Comstock e Cornelius Vermeule, distribuito dalla Società Grafica di New York - Greenwich - Connecticut.
Tipo (elmo) completamente pieno, con divisioni posteriori e frontali.
Nel davanti un coprinaso: da ambi i lati, un toro con testa bassa.
Si dice che sono stati trovati con l'elmetto, da antenati, un corno semplice di toro con due sostegni che non sono originali.
Questo corno potrebbe essere stato aggiunto da antenati e si pensa possa rappresentare un corno di toro.
L'elmetto è caratterizzato non solo da suoi rilievi ma da una serie di piccoli fori,sulla parte inferiore, con molte protuberanze di bronzo protettive.
Questi buchi e protuberanze erano usati per allacciare una striscia di pelle, all'interno e all'esterno, e soprapposto sulla parte esteriore.
Elmi incisi sono scarsi, al di fuori di quelli con iscrizioni, circa 25 sono conosciuti.
Il toro appare anche in due elmetti del cinquecento in Karlsruhe, nei quali si riscontra un leone nel primo ed un maiale nell'altro.
Il buco nell'occhio del toro serviva per allacciare la striscia con più sicurezza.
Per il tipo di cresta, vedere l'anfora Andokides, nel Louvre, dove tipi di elmetti con cresta giaciono per terra.
MUSEUM OF FINE ARTS OF BOSTON



Catalogo dei bronzei: N.582
altezza: 17.2 cm
Elmetto: Greco Antico di ispirazione Corinzia
diametro: 16.5 cm
Sesto-Quinto Secolo a.C.
Acquistato da: Helen e Alice Colburn Fondazione, 3.6.1948
FESTE E MANIFESTAZIONI
- Carnevalenzano - l’ultimo giorno di carnevale. Corteo in maschera e festa popolare in piazza con il processo e la condanna di “Peppino” re del carnevale, periodo di festa caratterizzato a Valenzano da balli organizzati in famiglia il giovedì, il sabato e la domenica, visitati in tarda serata da gruppi mascherati.
- Le “Fanove di San Giuseppe” - 19 marzo. Enormi cataste di legna raccolte per devozione, soprattutto dai ragazzi, ed accese in alcuni crocicchi e piazzole del paese, con offerta agli avventori di ceci, cotti nella cenere, per festeggiare San Giuseppe e l’arrivo della primavera.
- Venerdì Santo - Processione dei Misteri (ca. 45 raffigurazioni). La settimana del dolore: settimana santa. Momenti di riflessione sulla passione di Cristo nel centro antico durante la peregrinazione da Sepolcro a Sepolcro del giovedì Santo; imponente e suggestiva processione dei Misteri il venerdì Santo con circa 45 gruppi statuari e 10 complessi bandistici.
- Festa del “Passa Passa” - 1° maggio presso la Chiesa di Ognissanti. festa popolare presso l’antica Chiesa romanica di Ognissanti in terra di Cuti estrema periferia del paese con celebrazione della messa durante la quale il più giovane viene affidato o si affida ad un amico o parente più grande perché vegli sulla sua crescita e testimoni il corretto comportamento, un nastro rosso al braccio suggella l’affidamento.
- Maggio in Musica - ultime 3 domeniche di maggio. Manifestazione musicale primaverile rivolta a giovani gruppi musicali metropolitani per offrire loro spazi creativi da protagonisti.
- Festa di Sant’Antonio di Padova - 13 e 14 giugno. Festa religiosa e popolare in onore del Santo di Padova. La sera su Largo Plebiscito si vede l’illuminazione tutta accesa. La processione dei devoti si snoda per le vie del paese, tutti muniti di candela. La processione è molto lunga preceduta da “nu tammurr” (il tamburo), dopo la statua di S. Antonio i rappresentanti politici ed infine chiude una banda. Alla fine della serata ci sono i bei fuochi d’artificio.
- Sagra della Focaccia - prima domenica di agosto. Gara culinaria per incoronare la migliore focaccia del paese.
- E...state a Valenzano - dal 15 luglio al 15 settembre. Manifestazione in compagnia della musica, del ballo, della danza, del teatro, dei giochi, dello sport, della poesia, delle canzoni, delle mostre, delle buone tradizioni come invito a restare per vivere il paese in una dimensione diversa, dove il paese e la sua gente risultino spettatori e protagonisti.
- Festa di San Rocco - dal 15 al 17 agosto. Festa religiosa e popolare in onore del Santo Patrono. Sono da vedere ogni anno la processione che si noda per le vie del paese, la bella illuminazione in Corso Aldo Moro. Da sentire le bande musicali: sia quelle che accompagnano la processione sia quelle che suonano nella cassa armonica. Ed infine la gara per il miglior fuoco d’artificio.
- Fiera di Ognissanti - 1° novembre. Oltre 600 operatori commerciali in tutti i settori merceologici.
- Nataleinsieme- dal 8 dicembre al 6 gennaio. Animazione degli spazi pubblici con piccole manifestazioni per creare le suggestioni natalizie attraverso la musica, concerti di zamponari, la realizzazione di presepi artistici, il presepe vivente nel Convento di Santa Maria di San Luca ed il corteo storico dei Re Magi.
POSTI DA VISITARE
PROCESSIONE DEI MISTERI DELLA PASSIONE
ALCUNE SPECIALITA’ GASTRONOMICHE VALENZANESI
Calzone: E’una sfoglia di pasta che può essere ripiena o di cipolla, o di ricotta oppure di cipolla e ricotta.
Calzengiédde: E’ un fagottino ripieno di ricotta, passato nel vincotto. E’ una specialità natalizia.
Carteddate: E’ una sfoglia di pasta fritta e passata nel vincotto. E’ una specialità prevalentemente natalizia.
Castagnèlle: E’ un dolce a base di mandorle.
Cheteriédde: E’ dell’agnello con cipolla al forno.
Chiacheniédde: E’ una pasta incavata fatta con semolino, farina ed acqua.
Chiemeriédde: Sono degli involtini di frattaglie con prezzemolo e foglie d’alloro legate con budella. Sono arrostiste sul carbone.
Ciccie a la fressole: E’ una pasta di pane fritta.
Frittue: E’ una focaccia di patate.
Mattone: E’ un grano sfogliato e cotto.
Orecchiette: E’ una pasta incavata fatta con farina di semola ed acqua.
Salsiccia: Sono delle budella riempite di carne macinata condita.
ALCUNE SPECIALITA’ GASTRONOMICHE PUGLIESI tratte dalla guida “LA PUGLIA E’ SERVITA”
Questo guerriero portò con sè l’immagine di Santa Maria di San Luca, che si trova tuttora conservata in una Chiesa, denominata proprio così, affidata adesso alla cura dei Frati Francescani Minori. Si pensa che questa immagine sia stata dipinta dall’evangelista Luca, che oltre ad essere stato medico, fu anche pittore. Ma tutto ciò affidato alla leggenda, non essendoci documenti in merito che ci possano testimoniare come in realtà sia nato il paese.
C’è qualche cronista, il quale dice che il nome Valenzano sia nato dall’espressione latina “quia valet insanu” o “non sanus” cioè dà “salute a chi è ammalato, non sano” data la salubrità dell’aria e la ricchezza di vegetazione.
Il borgo medioevale rimane sostanzialmente com’era con le sue piccole piazze, con le sue vie tortuose, con i suoi “iusi”, con i suoi perolati, con i suoi archi, con i suoi gradini esterni, con i suoi muri bianchi di latte di calce, con le sue “chianche” come pavimentazione stradale.
VALENZANO: Studi del territorio Valenzanese
a cura di Francesco Calè
Non si sa con precisione quando è sorta Valenzano: probabilmente è stata fondata fra IX e XI secolo, nel periodo, cioè, in cui la Puglia tornò sotto la dominazione bizantina; la conseguente ripresa dei traffici con l’Oriente determinò nell’area pugliese, in particolar modo in Terra di Bari, un notevole sviluppo agricolo, demografico e urbano che vide il ripopolamento di vecchi insediamenti abbandonati e la nascita di nuovi insediamenti tra cui, probabilmente, anche Valenzano.
Sin dalla sua fondazione l’economia di Valenzano si è fondata su una agro-pastorale, affiancata dall’artigianato.
Nell’ambito delle attività agricole le coltivazioni di maggior rilievo sono sempre state quelle dell’uva, delle olive e delle mandorle.
Nella storia socio-economica di Valenzano, oltre che in quella culturale e religiosa, ha avuto una profonda incidenza la presenza dell’Abbazia di Ognissanti, comunità monastica benedettina fondata nel sec. XI che, a causa della consistenza dei propri possedimenti terrieri, per un certo periodo ha rappresentato una vera e propria azienda: l’edificio abbaziale era circondato da ettari ed ettari di terreno e i monaci benedettini, per coltivarli, si servivano di contadini valenzanesi alle proprie dipendenze.
L’Abbazia rappresentò anche un polo attrattivo per le attività commerciali, in quanto attorno ad essa si svolgeva la fiera di “Tutti i santi” il primo novembre di tutti gli anni.La decadenza dell’Abbazia cominciò nel XIII sec., quando Papa Bonifacio VIII ne cancellò l’indipendenza, facendola rientrare nell’orbita della Basilica di San Nicola di Bari.
La comunità monastica divenne più ridotta col passare del tempo fino a che viene soppressa nel XVI sec.; nel XVIII sec. L’edificio abbazizle venne abbattuto per ricavare materiale per l’edificazione del Santuario della Madonna del Pozzo di Capurso.;
Oggi rimane la Chiesa di Ognissanti, che prima faceva parte di un più ampio complesso.
Poiché i mercanti che intervenivano alla fiera di “Ogissanti” non potevano più trovare riparo nei locali dell’Abbazia, la fiera conobbe un periodo di decadenza, per poi riprendere vigore nei primi dell’Ottocento, quando un decreto di Gioacchino Murat ne deliberò il trasferimento all’interno del paese.
Le attività mercantili che si svolgevano nell’ambito di questa manifestazione subirono un notevole sviluppo, tanto che negli anni successivi all’Unità d’Italia le autorità cittadine furono costrette a cercare un nuovo e più ampio spazio per le transazioni commerciali, che fino ad allora si erano svolte nel Largo dei Frati e in Largo San Benedetto: fu in quelle circostanze che sorse l’attuale Largo Plebiscito.
Lo sviluppo sella vita civili ed economica a Valenzano è sempre stato frenato dal regime feudale, che si fece gravoso per la popolazione in particolar modo nel Seicento, quando più dei 3/5 dei beni immobili e delle terre coltivate erano nelle mani dei feudatari e del clero locale; a ciò si aggiunga che in questo secolo Valenzano fu colpita dalla peste e da ripetute carestie.
L’eliminazione del regime feudale fu raggiunta ai primi dell’Ottocento, in periodo napoleonico, quando le conquiste della Rivoluzione Francese si allargarono a tutta l’Europa.
In questo periodo iniziò ad affermarsi nella sfera politica una nuova classe borghese in ascesa, la quale aveva già raggiunto posizioni di prestigio in campo sociale ed economico.
L’affermazione politica di questo nuovo ceto emergente proseguì e si completo dopo l’Unità d’Italia: in questo periodo iniziò l’allargamento del paese oltre il centro storico; negli jusi della parte vecchia, infatti, continuavano ad abitare i contadini e gli artigiani, mentre al di fuori delle mura venivano costruite abitazioni più confortevoli e più ampie, adatte alla nuova borghesia che, in questo modo, segnalava il proprio prestigio.
Gli anni successivi all’Unità d’Italia furono caratterizzati a Valenzano dalla stagnazione della vita civile e politica, inquinata dal continuo sovrapporsi di interessi pubblici e privati, come è denunziato ripetutamente nelle relazioni dei Prefetti che si succedettero in questo periodo a Bari.
Nel Novecento il fenomeno che più ha inciso nella vita del paese è costituito, oltre che dalle due guerre mondiali, dall’emigrazione.
Il flusso migratorio si arrestò solo negli anni Settanta, a causa della riduzione delle possibilità di lavoro offerte da paesi stranieri.
Nell’ultimo trentennio a Valenzano si sono verificati dei processi che ne hanno radicalmente mutato il volto: la sua economia è sempre stata a carattere prevalentemente agro-pastorale, però, a partire dagli anni Settanta, le attività agricole sono state notevolemnte ridimensionate fino ad avere un’incidenza scarsissima nella vita del paese,mentre hanno conosciuto un fenomeno de espansione le attività terziarie, che oggi costituiscono la base della struttura economica di Valenzano.
Inoltre è cresciuto il mumero dei residenti non nativi, poiché i nuclei familari di recente formazione provenienti da Bari trovavano economicamente più conveniente venire a cercar casa a Valenzano: questo fenomeno ha provocato il passaggio dai 7.806 abitanti del 1971 ai 15.628 del 1991; come si vede, in un ventennio, la popolazione è praticamente raddoppiata.
Parallelamente a quest boom demografico, si è verificata una crescita caotica e disordinata del paese sotto il profilo urbanistico.
Un elmo del VI secolo a.C. emigra da Valenzano
in un Museo di Boston (U.S.A.)
Su richiesta dell'Associazione Centro Ricerche Valenzano, riguardo ad un
elmo bronzeo antichissimo proveniente da Valenzano, l'Associazione
Valenzano di Montréal è riuscita ad individuare e raccogliere notizie
importanti riguardanti questo prezioso reperto.É esposto presso il MUSEO DELLE BELLE ARTI di Boston (mfa - Museum of Fine Arts).
Si tratta della figura n. 582 (pag.404-405) del catalogo BRONZI GRECI, ETRUSCHI & ROMANI nel Museo delle Belle Arti di Boston, scritto da Mary Comstock e Cornelius Vermeule, distribuito dalla Società Grafica di New York - Greenwich - Connecticut.
Tipo (elmo) completamente pieno, con divisioni posteriori e frontali.
Nel davanti un coprinaso: da ambi i lati, un toro con testa bassa.
Si dice che sono stati trovati con l'elmetto, da antenati, un corno semplice di toro con due sostegni che non sono originali.
Questo corno potrebbe essere stato aggiunto da antenati e si pensa possa rappresentare un corno di toro.
L'elmetto è caratterizzato non solo da suoi rilievi ma da una serie di piccoli fori,sulla parte inferiore, con molte protuberanze di bronzo protettive.
Questi buchi e protuberanze erano usati per allacciare una striscia di pelle, all'interno e all'esterno, e soprapposto sulla parte esteriore.
Elmi incisi sono scarsi, al di fuori di quelli con iscrizioni, circa 25 sono conosciuti.
Il toro appare anche in due elmetti del cinquecento in Karlsruhe, nei quali si riscontra un leone nel primo ed un maiale nell'altro.
Il buco nell'occhio del toro serviva per allacciare la striscia con più sicurezza.
Per il tipo di cresta, vedere l'anfora Andokides, nel Louvre, dove tipi di elmetti con cresta giaciono per terra.
MUSEUM OF FINE ARTS OF BOSTON
Catalogo dei bronzei: N.582
altezza: 17.2 cm
Elmetto: Greco Antico di ispirazione Corinzia
diametro: 16.5 cm
Sesto-Quinto Secolo a.C.
peso: 531 grammi
Acquistato da: Helen e Alice Colburn Fondazione, 3.6.1948
Foto di Valenzano
Queste pagine sono dedicate al mio paese natìo Valenzano (Bari)
...il più bello del mondo.
Ecco alcune foto dei suoi monumenti, delle Chiese, delle ville e delle amministrazioni che ci si può trovare.
...il più bello del mondo.
Ecco alcune foto dei suoi monumenti, delle Chiese, delle ville e delle amministrazioni che ci si può trovare.
Le foto di Valenzano
Chiesa di S.ta Maria di S. Luca | Facciata anteriore | Chiesa di Sant’Antonio |
Chiesa Matrice di S. Rocco | Chiesa Matrice di S. Rocco | Facciata della Chiesa |
Municipio del Comune di Valenzano | Ufficio Postale |
Monumento ai Caduti nelle guerre | Monumento alla Pace |
Chiesa di Santa Maria di Loreto | Castello Baronale |
Chiesa del Padreterno
|
Viuzza del borgo antico
|
Un angolo tipico del borgo antico
|
Monumento all’emigrante
|
Statua dedicata a San Padre Pio
|
Statua dedicata a Sant’Antonio
|
Piazza dedicata a San Pio da Pietrelcina | Chiesa di Ognissanti di Cuti |
Angolo della villa Carducci | Chiesa di Ognissanti di Cuti |
Teatro all’aperto della villa Marconi | Altra angolatura della villa Marconi |
Corso Aldo Moro | Via Bari |
Palazzetto dello Sport | Resti del cimitero vecchio |
Panoramica della chiesa di Sant’Antonio | Ex mercato giornaliero davanti al municipio |
Stazione ferroviaria FSE
|
Altarino con quadro dedicato a Santa Maria delle Grazie | |
Statua dedicata a San Rocco |
Vista aerea - Fonte: www.valenzano.org - Anni '60 | Vista satellitare - Fonte: maps.google.it - 2012 |
Feste, manifestazioni e posti da visitare
- Carnevalenzano - l’ultimo giorno di carnevale. Corteo in maschera e festa popolare in piazza con il processo e la condanna di “Peppino” re del carnevale, periodo di festa caratterizzato a Valenzano da balli organizzati in famiglia il giovedì, il sabato e la domenica, visitati in tarda serata da gruppi mascherati.
- Le “Fanove di San Giuseppe” - 19 marzo. Enormi cataste di legna raccolte per devozione, soprattutto dai ragazzi, ed accese in alcuni crocicchi e piazzole del paese, con offerta agli avventori di ceci, cotti nella cenere, per festeggiare San Giuseppe e l’arrivo della primavera.
- Venerdì Santo - Processione dei Misteri (ca. 45 raffigurazioni). La settimana del dolore: settimana santa. Momenti di riflessione sulla passione di Cristo nel centro antico durante la peregrinazione da Sepolcro a Sepolcro del giovedì Santo; imponente e suggestiva processione dei Misteri il venerdì Santo con circa 45 gruppi statuari e 10 complessi bandistici.
- Festa del “Passa Passa” - 1° maggio presso la Chiesa di Ognissanti. festa popolare presso l’antica Chiesa romanica di Ognissanti in terra di Cuti estrema periferia del paese con celebrazione della messa durante la quale il più giovane viene affidato o si affida ad un amico o parente più grande perché vegli sulla sua crescita e testimoni il corretto comportamento, un nastro rosso al braccio suggella l’affidamento.
- Maggio in Musica - ultime 3 domeniche di maggio. Manifestazione musicale primaverile rivolta a giovani gruppi musicali metropolitani per offrire loro spazi creativi da protagonisti.
- Festa di Sant’Antonio di Padova - 13 e 14 giugno. Festa religiosa e popolare in onore del Santo di Padova. La sera su Largo Plebiscito si vede l’illuminazione tutta accesa. La processione dei devoti si snoda per le vie del paese, tutti muniti di candela. La processione è molto lunga preceduta da “nu tammurr” (il tamburo), dopo la statua di S. Antonio i rappresentanti politici ed infine chiude una banda. Alla fine della serata ci sono i bei fuochi d’artificio.
- Sagra della Focaccia - prima domenica di agosto. Gara culinaria per incoronare la migliore focaccia del paese.
- E...state a Valenzano - dal 15 luglio al 15 settembre. Manifestazione in compagnia della musica, del ballo, della danza, del teatro, dei giochi, dello sport, della poesia, delle canzoni, delle mostre, delle buone tradizioni come invito a restare per vivere il paese in una dimensione diversa, dove il paese e la sua gente risultino spettatori e protagonisti.
- Festa di San Rocco - dal 15 al 17 agosto. Festa religiosa e popolare in onore del Santo Patrono. Sono da vedere ogni anno la processione che si noda per le vie del paese, la bella illuminazione in Corso Aldo Moro. Da sentire le bande musicali: sia quelle che accompagnano la processione sia quelle che suonano nella cassa armonica. Ed infine la gara per il miglior fuoco d’artificio.
- Fiera di Ognissanti - 1° novembre. Oltre 600 operatori commerciali in tutti i settori merceologici.
- Nataleinsieme- dal 8 dicembre al 6 gennaio. Animazione degli spazi pubblici con piccole manifestazioni per creare le suggestioni natalizie attraverso la musica, concerti di zamponari, la realizzazione di presepi artistici, il presepe vivente nel Convento di Santa Maria di San Luca ed il corteo storico dei Re Magi.
POSTI DA VISITARE
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PROCESSIONE DEI MISTERI DELLA PASSIONE
La
Processione del Venerdì Santo è documentata a Valenzano fin dal 1671,
all’epoca dell’Arcivescovo di Bari mons. Granafei. Essa nacque per
iniziativa dei Frati Francescani con la partecipazione del Capitolo di
San Rocco. Non sappiamo quanti Misteri fossero presenti all’inizio, ma
possiamo presumere che vi erano almeno i tre fondamentali: il
Crocifisso, il Cristo Morto, l’Addolorata, accompagnati da giovinetti
vestiti da Angeli. Nel secolo successivo la Processione di Penitenza si
consolidò e già dal 1853, l’Arciprete ne curava l’organizzazione,
avvalendosi di un sacerdote capitolare e di tre deputati; essa si
svolgeva al mattino e comprendeva tutti i Misteri della Passione di
Nostro Signore Gesù Cristo.
In questo periodo, infatti, compaiono i primi Misteri di committenza privata, fatti costruire per devozione o per grazia ricevuta presso le più importanti botteghe leccesi di arte sacra in cartapesta. A partire dal 1888, inoltre, la Processione si arricchì della partecipazione della Confraternita dell’Addolorata, appena fondata. Il numero dei Misteri, che nel 1947 toccava le ventisei unità, oggi supera i quaranta e, tranne l’Addolorata ed il Cristo Morto di proprietà ecclesiastica, essi appartengono a pie famiglie che ne curano direttamente la custodia, l’addobbo ed i portatori, mantenendo viva ed in piena espansione una tradizione di oltre trecento anni.
In questo periodo, infatti, compaiono i primi Misteri di committenza privata, fatti costruire per devozione o per grazia ricevuta presso le più importanti botteghe leccesi di arte sacra in cartapesta. A partire dal 1888, inoltre, la Processione si arricchì della partecipazione della Confraternita dell’Addolorata, appena fondata. Il numero dei Misteri, che nel 1947 toccava le ventisei unità, oggi supera i quaranta e, tranne l’Addolorata ed il Cristo Morto di proprietà ecclesiastica, essi appartengono a pie famiglie che ne curano direttamente la custodia, l’addobbo ed i portatori, mantenendo viva ed in piena espansione una tradizione di oltre trecento anni.
Video del 2008
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Video del 2009
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Cucina Valenzanese e Pugliese
Calzone: E’una sfoglia di pasta che può essere ripiena o di cipolla, o di ricotta oppure di cipolla e ricotta.
Calzengiédde: E’ un fagottino ripieno di ricotta, passato nel vincotto. E’ una specialità natalizia.
Carteddate: E’ una sfoglia di pasta fritta e passata nel vincotto. E’ una specialità prevalentemente natalizia.
Castagnèlle: E’ un dolce a base di mandorle.
Cheteriédde: E’ dell’agnello con cipolla al forno.
Chiacheniédde: E’ una pasta incavata fatta con semolino, farina ed acqua.
Chiemeriédde: Sono degli involtini di frattaglie con prezzemolo e foglie d’alloro legate con budella. Sono arrostiste sul carbone.
Ciccie a la fressole: E’ una pasta di pane fritta.
Frittue: E’ una focaccia di patate.
Mattone: E’ un grano sfogliato e cotto.
Orecchiette: E’ una pasta incavata fatta con farina di semola ed acqua.
Salsiccia: Sono delle budella riempite di carne macinata condita.
ALCUNE SPECIALITA’ GASTRONOMICHE PUGLIESI tratte dalla guida “LA PUGLIA E’ SERVITA”
ORECCHIETTE CON CIME DI RAPE(per 4 persone)Ingredienti: 350 gr. di orecchiette, 1 kg. di cime di rape, 1 spicchio d’aglio, olio extra vergine d’oliva, 2 acciughe, 3 pomodorini e sale Preparazione:
Lavare le cime di rape. Fare bollire l’acqua, salare e calare le cime
di rapa. A metà cottura aggiungere le orecchiette. Nel frattempo
soffriggere in una padella l’aglio, i pomodorini e le acciughe. Scolare
la pasta al dente e fare saltare il tutto in padella.
PARMIGIANA DI MELANZANE(per 4 persone) Ingredienti:
2 melanzane grandi, farina, 3 uova, 1kg. di salsa di pomodoro, 1
cipolla, 1 scamorza, 50 gr. di parmigiano grattugiato, 1 ciuffo di
basilico, olio extravergine di oliva, sale q.b. Preparazione:
Tagliare le melanzane a fette, alte 1/2 centimetro, e tenerle a bagno
in acqua e sale per 10 minuti. Strizzarle senza romperle e passarle
nella farina. Successivamente calarle nelle uova sbattute e friggerle in
abbondante olio bollente. A parte, preparare un sugo con olio, cipolla,
salsa di pomodoro e sale. Coprire con il sugo il fondo di un tegame da
forno, poggiare le fette di melanzana sul fondo e cospargerle di sugo,
parmigiano e la scamorza tagliata a dadi. Poggiare sopra altre fette di
melanzane e ricoprirle allo stesso modo. Ripetere fino ad esaurimento
delle melanzane. Infornare a 200° per 30 minuti. Servire tiepido.
RISO PATATE E COZZE(per 4 persone)
Ingredienti: 1 kg. di cozze, 500 gr. di patate, 150 gr. di riso, 2 zucchine, 3 pomodori rossi, 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 30 gr. di pangrattato, 30 gr. di pecorino grattugiato, olio extravergine d’oliva, sale e pepe q.b. Preparazione: Lavare le cozze ed aprirle in modo che il frutto resti in una metà del guscio,conservando l’acqua contenuta all’interno. Mettere il riso a bagno per circa mezz’ora. Affettate le patate, le zucchine, le cipolle e i pomodori. Preparate un composto di aglio, prezzemolo, pangrattato, formaggio pepe e sale. Ungere un tegame con l’olio e disporre le cipolle sul fondo, metà delle patate e cospagere con un pugno di composto. Passare al secondo strato con le cozze, i pomodori, le zucchine, le patate e ungere con olio. Aggiungere acqua fino a metà altezza del tegame; infornare a 200° per un’ora e mezzo.
Ingredienti: 1 kg. di cozze, 500 gr. di patate, 150 gr. di riso, 2 zucchine, 3 pomodori rossi, 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 30 gr. di pangrattato, 30 gr. di pecorino grattugiato, olio extravergine d’oliva, sale e pepe q.b. Preparazione: Lavare le cozze ed aprirle in modo che il frutto resti in una metà del guscio,conservando l’acqua contenuta all’interno. Mettere il riso a bagno per circa mezz’ora. Affettate le patate, le zucchine, le cipolle e i pomodori. Preparate un composto di aglio, prezzemolo, pangrattato, formaggio pepe e sale. Ungere un tegame con l’olio e disporre le cipolle sul fondo, metà delle patate e cospagere con un pugno di composto. Passare al secondo strato con le cozze, i pomodori, le zucchine, le patate e ungere con olio. Aggiungere acqua fino a metà altezza del tegame; infornare a 200° per un’ora e mezzo.
FOCACCIA DI PATATE(per 4 persone)
Ingredienti: 1/2 kg. di farina, 1/3 di lievito, 1 patata di media grandezza, acqua, origano, 2 pomodori rossi, olio extravergine d’oliva, sale q.b. Preparazione: Lessare una patata, sbucciarla e schiacciarla. Versare la farina in una grande coppa e unire, poi, il lievito sbriciolato, la patata, l’acqua, (fredda in estate, tiepida d’inverno) un pizzico di sale e un filo d’olio. Impastare energicamente finché l’impasto risulti, più o meno, morbido. Ungere un tegame da forno del diametro di 30cm e versarne l’impasto. Condire con i pomodori tagliati a pezzettini, l’origano e un filo di olio. Coprire il tegame con un grande coperchio e avvorgerlo in una coperta (vicino ad una fonte di calore in inverno). Far lievitare per circa un’ora. Lievitato, aggiungere abbondante olio e sale e infornate in forno caldo per 40 minuti.
Ingredienti: 1/2 kg. di farina, 1/3 di lievito, 1 patata di media grandezza, acqua, origano, 2 pomodori rossi, olio extravergine d’oliva, sale q.b. Preparazione: Lessare una patata, sbucciarla e schiacciarla. Versare la farina in una grande coppa e unire, poi, il lievito sbriciolato, la patata, l’acqua, (fredda in estate, tiepida d’inverno) un pizzico di sale e un filo d’olio. Impastare energicamente finché l’impasto risulti, più o meno, morbido. Ungere un tegame da forno del diametro di 30cm e versarne l’impasto. Condire con i pomodori tagliati a pezzettini, l’origano e un filo di olio. Coprire il tegame con un grande coperchio e avvorgerlo in una coperta (vicino ad una fonte di calore in inverno). Far lievitare per circa un’ora. Lievitato, aggiungere abbondante olio e sale e infornate in forno caldo per 40 minuti.
PANZEROTTI(per 4 persone) Ingredienti per la pasta:
500 gr. di farina, 1 cubetto di lievito di birra, 2 cucchiai di
extravergine di oliva, sale, acqua o latte (q.b. per impastare)
Ingredienti per il ripieno: 500 gr. di scamorza fresca, 1/2 kg. di pomodorini sgocciolati, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva, 30 gr. di pecorino grattugiato, sale q.b.Preparazione: Disporre la farina a fontana su un tavoliere, sbriciolare il lievito di birra, unire poca acqua calda (o latte) quanto basta per ottenere una massa di media consistenza. Lasciar lievitare la massa per mezz’ora. Intanto, preparare il ripieno: tagliare a cubetti la scamorza, unire i pomodori tagliati a tocchetti, il formaggio e un pizzico di sale. Staccare dalla massa pezzetti di pasta, grandi quanto una noce, stenderli con un matterello ottenendo una sfoglia che abbia pochi millimetri di spessore. Disporre al centro un cucchiaino di ripieno. Richiudere a forma di mezza luna e sigillare bene. Friggere in abbondante olio extraverine di oliva bollente.
Ingredienti per il ripieno: 500 gr. di scamorza fresca, 1/2 kg. di pomodorini sgocciolati, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva, 30 gr. di pecorino grattugiato, sale q.b.Preparazione: Disporre la farina a fontana su un tavoliere, sbriciolare il lievito di birra, unire poca acqua calda (o latte) quanto basta per ottenere una massa di media consistenza. Lasciar lievitare la massa per mezz’ora. Intanto, preparare il ripieno: tagliare a cubetti la scamorza, unire i pomodori tagliati a tocchetti, il formaggio e un pizzico di sale. Staccare dalla massa pezzetti di pasta, grandi quanto una noce, stenderli con un matterello ottenendo una sfoglia che abbia pochi millimetri di spessore. Disporre al centro un cucchiaino di ripieno. Richiudere a forma di mezza luna e sigillare bene. Friggere in abbondante olio extraverine di oliva bollente.
CALZONE DI CIPOLLA(per 4 persone) Ingredienti:
250 gr. di farina, 15 gr. di lievito di birra, 250 gr. di cipolla
(preferibili le cipolle porraie, dette anche “sponsali”), 130 gr. di
olive nere, 150 gr. di formaggio pecorino di media stagionatura, 3
filetti di acciughe salate, 2 pomodorini al filo, olio extravergine di
oliva, sale e pepe q.b. Preparazione:
Impastare la farina con acqua calda, lievito, un filo di olio e un
pizzico di sale, fino ad ottenere una massa morbida. Farla lievitare per
circa 2 ore e dividerla in due.
A parte, rosolare la cipolla affettata e unire i pomodorini a pezzetti, le olive snocciolate, le acciughe ben lavate, private della lisca e spezzettate. Spianare la pasta ottenendone due dischi di uguale spessore e delle dimensioni adatte per foderare una tortiera da forno. Foderare con uno dei due dischi il fondo di un tegame da forno, dopo averlo unto di olio, e disporre sulla pasta il composto e il pecorino. Coprire con l’altro disco; ungerlo d’olio e cuocere in forno per mezz’ora.
A parte, rosolare la cipolla affettata e unire i pomodorini a pezzetti, le olive snocciolate, le acciughe ben lavate, private della lisca e spezzettate. Spianare la pasta ottenendone due dischi di uguale spessore e delle dimensioni adatte per foderare una tortiera da forno. Foderare con uno dei due dischi il fondo di un tegame da forno, dopo averlo unto di olio, e disporre sulla pasta il composto e il pecorino. Coprire con l’altro disco; ungerlo d’olio e cuocere in forno per mezz’ora.
Telefoni e links utili
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FARMACIE | Telefono |
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Straziota | 080.4671047 |
Comunale | 080.4602284 |
San Filippo | 080.4675420 |
TRASPORTI | Telefono |
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ISTRUZIONE | Telefono |
Scuola Materna Statale | 080.4673640 |
Scuola Materna 1 | 080.4675764 |
Scuola Materna “G. Bosco” | 080.4674788 |
Scuola Materna “L’Aquilone” | 080.4673977 |
Scuola Elemen. “Giovanni XXIII” | 080.4676323 |
Sc. Elem. succ. via D’Annunzio | 080.4674058 |
Scuola Elem. via vecchia Canneto | 080.4675453 |
Scuola Media “Galileo Galilei” | 080.4673736 |
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